
Nei nostri soliti deliri di democrazia diretta abbiamo deciso di dare un livello maggiore, ovvero quello di "comitato ultras" che si riunisce non per discutere o confrontarsi ma per dire sempre e solo una cosa: no. Non importa il tema, l'importante è essere contro. Contro tutto e contro tutti, come quando da fanciulli si giocava al pallone nei campetti. E quindi giù i comitati contro le moto, contro le moschee, con gli autobus, contro il degrado, contro la gronda, contro la movida, contro i cinema all'aperto, contro i centri commerciali, contro i negozi al dettaglio, contro il sindaco, contro il comune, contro i parchi, contro il cemento, contro l'arte moderna, contro l'arte in generale, contro lo stadio, contro lo sport, contro lo sporco, contro i fiumi, contro il mare, contro il clima, contro l'inquinamento, contro gli anziani, contro i giovani, contro i cinquantenni, contro contro contro contro... talmente contro che alla fine si è a favore di qualcosa che è contro.
Tutte queste persone all'improvviso, come raggiunte dall'arcangelo Gabriele, si sentono investite di uno strano potere, quello di avere il diritto di parlare e di dare opinione, il male del nostro mondo e del nostro tempo. Avere un opinione non è più il massimo esempio di partecipazione, no, è solo uno starnazzante modo di essere vivi e presi in considerazione, è un mostrare isterico la propria posizione. Necessario per gli altri? O solo per noi? Abbiamo capito a tal punto che questa nostra realtà è un teatrino da essere ridotti ad un coro di grida continue per la paura di non essere ascoltati, o di non riuscire più ad ascoltare nemmeno noi stessi.
E quando arriverà il comitato contro i comitati? Ci chiuderemo in casa, perchè la fine sarà vicina.
Lordtiranus
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