Dopo tanti problemi ora anche la mafia mette i bastoni tra le ruote alla costruzione della nostra metropolitana. Ecco tratti dell'articolo tratto dal sito de Il Secolo XIX online:
"Anche la Metropolitana finisce nel mirino dei Pm antimafia di Caltanissetta. È l’inchiesta sulle società Italcementi e Calcestruzzi, accusate di frode in commercio per aver fornito, sempre secondo le accuse dei magistrati, materiale di pessima qualità, se non addirittura pericoloso, ai loro committenti in tutta Italia [...] Lo sviluppo è confermato dai carabinieri di Caltanissetta, che in questi mesi hanno lavorato fianco a fianco con il Gico della guardia di Finanza: «Dai documenti in nostro possesso risulta che anche il calcestruzzo venduto per la costruzione della metropolitana di Genova fosse adulterato. Questo dicono le carte, ora servono riscontri oggettivi». Insomma: molta acqua, poco cemento. Con il rischio che il materiale utilizzato possa deteriorarsi facilmente, aumentando il pericolo di crolli. E anche questa è un’ipotesi ribadita dal procuratore nisseno: «Dobbiamo evitare che si prosegua con la costruzione di opere pubbliche che potrebbero presentare profili di non staticità». Lari insiste: «Già in due casi emergono dati macroscopici di diversità tra il cemento fornito e quello utilizzato» [...] La tranche genovese dell’inchiesta. Nel marzo scorso, in totale segretezza, la direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta ha fatto sequestrare dai finanzieri una ponderosa documentazione nella sede di Metrogenova, il consorzio di imprese che ha eseguito lavori nella metropolitana con il subappalto ricevuto da Ansaldo. Il rapporto di collaborazione con Calcestruzzi inizia nel 1998. Poi c’è una seconda fornitura regolata da un contratto firmato nel 2006. Dalla datazione dei documenti, ora acquisiti dagli investigatori, è possibile risalire alle due tratte in cui potrebbe esser stato utilizzato il calcestruzzo “adulterato”. La prima, uno dei primi lotti terminati, è quella che va dalla stazione ferroviaria di Principe a Palazzo San Giorgio, la fermata di piazza Cavour. La seconda è ancora in via di costruzione e dovrà congiungere piazza De Ferrari, il pieno centro della città, con la stazione ferroviaria di Brignole. «Anche in questi casi - insistono i carabinieri del reparto operativo di Caltanissetta - dai nostri documenti emergono significative anomalie nelle forniture di cemento e i materiali effettivamente utilizzati. La procura non ha ancora ritenuto di utilizzare lo strumento del sequestro, così come in altri casi in Italia, ma di attendere la valutazione dei periti sui campionamenti.
Speriamo in prossime buone notizie.
Lordtiranus
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