Doveva essere un'altra escursione quella di ieri pomeriggio, ma non si era messo in conto l'effetto X, ovvero quella variabile che da un momento all'altro può cambiare tutte le carte in tavola. Arrivati in perfetto orario a Pontedecimo dovevamo prendere l'extra-urbano per Campomorone, da lì raggiungere Lencisa e quindi scollinare fino a San Carlo di Cese. Il traffico ha fatto da variabile, facendo saltare corse e mandando al diavolo la nostra coincidenza (l'ultima) prevista alle 15.25, senza perderci d'animo abbiamo cambiato subito destinazione, e questo è quanto è venuto fuori.Partenza da Bolzaneto con Alé 156 extra-urbano della linea E diretta a Torrazza e Casanova, ticket acquistato a bordo previo pagamento di maggiorazione pari a 2 euro.
Iniziamo la lenta salita verso la Sella del Diamante, dove incomincia, oltrepassato un piccolo bar ristorante, la salita verso il forte Diamante. Quasi nascosta dalla vegetazione una piccola creuza ci conduce dopo brevi passi alla fermata della Genova Casella di Campi, sede di incrocio dei trenini, dove si trova anche un piccolo bar divenuto una specie di circollo di sentimentali del vecchio treno. Mentre siamo in "contemplazione" dello scambio (in teoria automatico, ma poi scopriremo manuale) giunge anche un Ford Transit, corsa ATP che collega la fermata di Campi della FGC con il cimitero di Staglieno. Massimo precisa che un tempo queste corse erano effettuate direttamente dalla Genova Casella, e raggiungevano piazza Manin, mentre ora queste corse sono limitate al famoso cimitero.
Dopo neanche 10 minuti di camminata blanda raggiungiamo la seconda fermata del trenino di Casella, Pino, inserita in uno spazio limitato da tre villette, e "protetta" da un sorniona statuetta di Biancaneve, intenta ad annusare margherite. Raggiungiamo il capolinea del 481 posto davanti alla chiesa di Pino dedicata a San Pietro e annulliamo l'attesa dando uno sguardo di fronte a noi, dove si trovano alcuni abitati, tra i quali si riconosce Cartagenova.
Il servizio sul 481 viene eseguito da un'altra Alé (ovviamente urbana), la n° 5203, e durante la discesa, non facile, incontriamo la 4770 che invece procedeva nella direzione contraria.
Tornati in ambito urbano si scende a Molassana dove cambiamo mezzo, questa volta è il turno di un Grifone 5303 diretto a Sant'Eusebio, linea 478, che transita nel piccolo abitato di Fontanegli, dove lungo la strada si trovano alcuni relitti di vecchi bus, uno persino diventanto la sede di un gruppo di caccia. Lungo il tragitto, ancora vicini al Bisagno, interessante notare il vecchio ponte della Rosata (della Rugiada) in parte interrato a causa della realizzazione della nuova viabilità per Bargagli e le vallate successive. Scendiamo a Bavari, nella piazza che qualche genoano amante nella pittura ha trasformato in una specie di catino colorato di rosso e di blu: persino la cabina della telecom, così cromatica assume un aspetto molto più british.
A Brignole chiudiamo il giro con un TAF diretto a Savona che, pur partendo con alcuni minuti di ritardo mi riconsegna alla mia Sampierdarena alle 19.45. Giusto in tempo.
Lordtiranus


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