Partenza da Bolzaneto con Alé 156 extra-urbano della linea E diretta a Torrazza e Casanova, ticket acquistato a bordo previo pagamento di maggiorazione pari a 2 euro.
Partiamo alle 15.55 e la simpatica autista guida con polso il piccolo mezzo che ospita si o no altre dieci persone. Giunti a Manesseno la "folla" si riduce ulteriormente, e una volta passato Piccarello rimaniamo solo noi due, io e Massimo. A Piccarello il piccolo Alé fa inversione davanti ad una vecchia autorimessa e torna su i suoi passi, per poi svoltare a sinistra e arrampicarsi verso Torrazza. Si passano villette con giardino, cani da guardia e qualche automobilista più consono a Le Mans che in provinciali tutte curve nei boschi. Lasciamo alla nostra sinistra la galleria che conduce in val Bisagno e scendiamo poco dopo, vicino al bivio che conduce a sinistra verso Trensasco, a destro verso Casanova di cui si nota già la piccola chiesa.
Da qui sostiamo un paio di minuti per godere del paesaggio più tipico dell'entroterra genovese: piccoli paesi arroccati, colli che racchiudono come dentro un abbraccio e boschi a dimostrazione di una natura non spettacolare ma comunque d'impatto: di fronte a noi S.Olcese chiesa, il monte Tullo e il monte Maggio con la colonia voluta nel Ventennio, alla nostra sinistra la parte sommitale delle cave di Isoverde.
Iniziamo la lenta salita verso la Sella del Diamante, dove incomincia, oltrepassato un piccolo bar ristorante, la salita verso il forte Diamante. Quasi nascosta dalla vegetazione una piccola creuza ci conduce dopo brevi passi alla fermata della Genova Casella di Campi, sede di incrocio dei trenini, dove si trova anche un piccolo bar divenuto una specie di circollo di sentimentali del vecchio treno. Mentre siamo in "contemplazione" dello scambio (in teoria automatico, ma poi scopriremo manuale) giunge anche un Ford Transit, corsa ATP che collega la fermata di Campi della FGC con il cimitero di Staglieno. Massimo precisa che un tempo queste corse erano effettuate direttamente dalla Genova Casella, e raggiungevano piazza Manin, mentre ora queste corse sono limitate al famoso cimitero.
Alle 16.45 (più qualche attimo di ritardo) ecco l'incrocio dei due trenini, arriva prima quello diretto a Casella e dopo alcuni secondi (con avviso via radio dell'attesa del treno suddetto) giunge anche l'altro, diretto invece a Genova. Scambio e ripartenza, dopo di ché il personale diretto a Genova balza letteralmente giù dal convoglio, attiva manualmente lo scambio e riparte. Tutto molto pittoresco non c'è che dire, ma questo la dice lunga sulle reali possibilità in chiave pendolaristica della tratta. L'unica annotazione negativa è la partenza anticipata della corsa ATP, la quale non ha atteso i due treni, questo tuttavia non ha comportato di fatto nulla, nessuno è sceso dal treno. Ricominciamo a sgambare sulla strada che porta verso Sella del Diamante e la raggiungiamo di lì a poco, quota 396 metri con davanti sempre un grande spettacolo: sulla sinistra in lontananza il monte Fasce, sotto i campi del Ligorno fanno capolino tra la vegetazione della collina e all'orizzonte il Mar Ligure, scintillante sotto i raggi di un sole capriccioso. Alle nostre spalle il piccolo ristoro e i due sentieri che conducono rispettivamente al Righi (X) e al Colle del Diamante (ooo). Ci incamminiamo lungo la via dell'Acquedotto, un bel sentiero nei boschetti che scende dolcemente verso l'abitato di Pino e poi raggiunge Creto, sotto di noi, oltre rifiuti meccanici di varia natura, i binari del trenino.
Dopo neanche 10 minuti di camminata blanda raggiungiamo la seconda fermata del trenino di Casella, Pino, inserita in uno spazio limitato da tre villette, e "protetta" da un sorniona statuetta di Biancaneve, intenta ad annusare margherite. Raggiungiamo il capolinea del 481 posto davanti alla chiesa di Pino dedicata a San Pietro e annulliamo l'attesa dando uno sguardo di fronte a noi, dove si trovano alcuni abitati, tra i quali si riconosce Cartagenova.
Il servizio sul 481 viene eseguito da un'altra Alé (ovviamente urbana), la n° 5203, e durante la discesa, non facile, incontriamo la 4770 che invece procedeva nella direzione contraria.
Tornati in ambito urbano si scende a Molassana dove cambiamo mezzo, questa volta è il turno di un Grifone 5303 diretto a Sant'Eusebio, linea 478, che transita nel piccolo abitato di Fontanegli, dove lungo la strada si trovano alcuni relitti di vecchi bus, uno persino diventanto la sede di un gruppo di caccia. Lungo il tragitto, ancora vicini al Bisagno, interessante notare il vecchio ponte della Rosata (della Rugiada) in parte interrato a causa della realizzazione della nuova viabilità per Bargagli e le vallate successive. Scendiamo a Bavari, nella piazza che qualche genoano amante nella pittura ha trasformato in una specie di catino colorato di rosso e di blu: persino la cabina della telecom, così cromatica assume un aspetto molto più british.
Attendiamo al capolinea di fronte la Pubblica di Bavari l'85, che dopo un bel po' di scossoni, frenate brusche e curvoni ci riporta in centro, dopo aver incrociato San Desiderio, Borgoratti (interscambio con il 44), la zona universitaria del San Martino, quindi corso Gastaldi, piazza Tommaseo e infine stazione Brignole.
A Brignole chiudiamo il giro con un TAF diretto a Savona che, pur partendo con alcuni minuti di ritardo mi riconsegna alla mia Sampierdarena alle 19.45. Giusto in tempo.
Lordtiranus
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