Quello che apprendiamo oggi è un furto bello e buono, una vergogna che dai lontani primi anni '90 degli scandali tangenti sulla nostra metropolitana non si vedeva. All'improvviso il non-governo di Roma ha deciso, del resto le elezioni europee sono alle porte, che per tenere in piedi il castello di promesse (elettorali) sulla ricostruzione dell'Abruzzo servono soldi, i quali vengono brutalmente sottratti a precisi comuni (Genova e si dice anche Firenze) con un decreto, due righe. Quello che fa infuriare non è tanto il fatto che vengano destinati all'Abruzzo, anzi l'aiuto alle popolazioni colpite dal terremonto è doveroso in uno stato civile, ma il fatto che questi danni siano di colpa non divina ma della mafiocrazia edilizia che ha costruito case di cartapesta e della guerciocrazia di quanti dovevano controllare e, puntualmente, non l'hanno fatto. Siamo di fronte ad un fatto di una gravità enorme, rendiamoci conto di essere pilotati da un esecutivo che pur non sapendo nulla di trasporto pubblico, di gestione "sostenibile" del territorio si lancia in bibliche imprese (es. il ponte sullo stretto di Messina) senza nemmeno permettere alle realtà locali di completare opere, quelle davvero, fondamentali. Senza considerare che città come Milano hanno a disposizione una vera fortuna per l'Expò 2015, cifre a nove zeri e quindi ben più corpose dei nostri miseri (si fa per dire) settantacinque milioni di euro. La differenza è che noi senza quei fondi siamo fregati.
A livello locale la colpa è ancora una volta dell'apatia della classe politica, la quale da anni gioca a palla avvelenata con progetti e fondi facendosi alla fine buggerare da una scelta, permettetemelo, più politica che altro. Il problema è sempre lo stesso: la classe dirigente, sia romana sia locale. Già dei politici normali avrebbero difficoltà di questi tempi a pensare a loro e a noi, figuriamoci dei politici mediocri.
A livello locale la colpa è ancora una volta dell'apatia della classe politica, la quale da anni gioca a palla avvelenata con progetti e fondi facendosi alla fine buggerare da una scelta, permettetemelo, più politica che altro. Il problema è sempre lo stesso: la classe dirigente, sia romana sia locale. Già dei politici normali avrebbero difficoltà di questi tempi a pensare a loro e a noi, figuriamoci dei politici mediocri.
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