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lunedì 11 agosto 2008

Il "deserto" a Varazze

Guardando su vari siti di testate giornalistiche ho trovato, sulla pagina online del Secolo XIX questa notizia oltremodo curiosa: Un ponte di 53 metri per scavalcare un torrente di poche pretese che però, in caso di pioggia battente, bagna le ruote delle automobili che percorrono la stradina per l’Eremo del Deserto di Varazze. L'articolo, scritto da Paolo Crecchi, ci racconta come il comune di Varazze abbia chiesto alla Regione Liguria ben 155 mila euro con la speranza di poterne ottenere altri 200 mila, il tutto per costruire un ponte, neanche da ridere, in quanto «Il nuovo attraversamento sarà costituito da un ponte di seconda categoria, a quattro archi policentrici, con uno sviluppo lordo complessivo di circa metri 53,00 e una larghezza pari a metri 6,70. La soluzione progettuale propone la realizzazione di quattro campate di differente ampiezza (luce netta variabile da metri 8 a metri 12) in considerazione del fatto che l’attraversamento non ha sviluppo rettilineo bensì in curva, per consentire di intercettare e collegare il rettifilo della viabilità comunale esistente in sponda destra e sinistra del corso d’acqua». Fino qua direte nulla di strano, beh io ammetto la mia ignoranza su questa località e per curiosità personale ho cercato con il motore di ricerca di Google Maps...

Vedete il cerchietto con la lettera A? Bene quello è l'Eremo del Deserto di Varazze... Ohibò non sembra una zona che necessiti di strutture così impegnative, che questo torrentello sia così pericoloso? Continuiamo a leggere l'articolo. Secondo il giornalista in questa strada transitano al massimo «una, due, tre automobili al giorno? Forse.» e questa tesi è avvalorata da alcuni commenti lasciati da altri lettori e anche il torrente stesso non pare abbia grandi capacità in termini di danni: «il torrente Acquabona, che scorre al confine tra le province di Genova e Savona, ad onta del suo nome pacifista ogni due secoli straripa. «Possibilità di esondazione duecentennale», hanno sfoggiato prudenza gli idraulici provinciali e se magari l'ultima esondazione è intorno ai 199 anni fa, occorre preoccuparsi! Dove sta allora tutta questa urgenza? Una mente maliziosa potrebbe pensare che la zona, tra l'altro protetta in quanto facente parte del Parco del Beigua (questo territorio è certificato come Geoparco Europeo e Mondiale sotto l’egida dell’Unesco), potrebbe fare gola a qualche speculatore edilizio, la zona è tranquilla, molti agriturismi, insomma qualcosa di "grasso" all'0rizzonte potrebbe esserci, e se ci aggiungiamo anche un muro in cemento armato di contenimento della sede stradale in corrispondenza della confluenza del rio Ciazze (che per effetto della costruzione del nuovo ponte subirà un lieve innalzamento) possiamo tranquillamente rassicurare gli autotrasportatori più grandi, anche loro potranno transitare questa nuova "arteria" persa nei boschi... A pensare male a volte ci si azzecca si dice no? E se pensiamo che speculazioni simili (l'articolo ci ricorda la costruzione di un campo da golf in zona) non sono del tutto nuove in quella zona, suonano un po' di campanelli d'allarme, del valore, mica fittizio di oltre 350 mila euro.
(link all'articolo)

Lordtiranus

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