Domenica 30 agosto 2009 l’Associazione Metrogenova ha partecipato alla gita organizzata dall’Associazione Il Capolinea, che si è svolta con l’autobus storico Fiat 409/A Menarini Monocar 1221: dopo la partenza dalla stazione di Ovada il giro ha toccato alcune località del basso Piemonte spingendosi fino ai Piani di Praglia, nel Comune di Ceranesi (GE). L’Associazione Il Capolinea, nata nel 2003 ad opera di alcuni appassionati di trasporti genovesi, è concretamente impegnata nella conservazione del patrimonio storico del trasporto pubblico italiano tramite l’acquisto e il restauro di mezzi storici e la conservazione di documentazione e oggettistica di ogni tipo riguardante la storia del trasporto pubblico stesso. La partenza è avvenuta attorno alle 11.30, con oltre un’ora di ritardo sulla tabella di marcia, a causa dell’ennesimo disservizio di Trenitalia che non ha consentito ai partecipanti provenenti da Genova di giungere per tempo ad Ovada. Lo storico 409 sfreccia tra i caratteristici borghi dell’Alto Monferrato, per poi affrontare senza fatica le salite e i tornanti che conducono verso il Parco naturale Capanne di Marcarolo. Una nebbia fitta, accompagnata da una leggera pioggia e da una temperatura tutt’altro che estiva, non consente purtroppo di godere dei magnifici panorami di questa zona, che spaziano da praterie e boschi incontaminati a laghi e limpidi torrenti che scorrono in valli strette e scoscese. La tortuosa strada percorsa dal 409, per un certo tratto, si addentra in una di queste valli e costeggia il Gorzente, per poi oltrepassarlo attraverso uno spettacolare guado.
Le ripide salite e le curve e controcurve non fanno paura al mitico autobus che, grazie anche alle dimensioni piuttosto contenute, poco più di 8 metri di lunghezza, e alla perizia di Danilo, il conducente, transita agevolmente in tratti di strada davvero stretti. Giunti nel cuore del Parco, si effettua la sosta per il pranzo, e lo storico mezzo può concedersi un po’ di meritato riposo. Costruito nel 1973 e impiegato per lungo tempo per le strade di Siena, questo 409/A è dotato di carrozzeria Menarini Monocar 1221, dalla linea semplice ma gradevole, che caratterizzava anche le vetture serie 4601-4667 dell’AMT di Genova. Uscito di fabbrica con la livrea arancio-crema, il mezzo è stato poi riverniciato in arancio ministeriale. Terminata la carriera presso la cittadina toscana, è stato acquistato dalla ditta Corsi e Pampanelli, che gestisce il servizio locale di alcune località del Lazio. Nel 2003 è infine giunto nelle mani degli appassionati de Il Capolinea, che lo hanno riportato allo splendore donandogli anche una elegante livrea biverde. Dotato di motore Fiat 8200.12, lo stesso del Fiat 418, si differenzia dagli esemplari genovesi per il cambio meccanico sincronizzato a 5 marce + retro e per il parabrezza “piatto”. Le mitiche “46”, difatti, montavano il cambio automatico ed il parabrezza era del tipo detto “a sperone”. A metà pomeriggio si riparte in direzione sud alla volta dei Piani di Praglia, altopiano situato al principio della valle dello Stura, in provincia di Genova. La nebbia non accenna a diradarsi, e la temperatura piuttosto bassa rende molto ambito dai passeggeri del 409 il posto caldo vicino alla marmitta, nell’ampia
piattaforma posteriore. Il particolare rombo della vettura ci riporta indietro nel tempo, quando i mezzi di questo tipo si arrampicavano sui tornanti di Oregina, salivano fino ai Camaldoli, raggiungevano le alture di Borgoratti. Sulla via del ritorno, viene effettuata una sosta presso
il Sacrario della Benedicta, situato nell’area in cui ebbe luogo, ad opera nelle forze nazifasciste, la terribile strage del 1944.
Si toccano nuovamente diverse località del basso Piemonte, tra cui Castelletto d’Orba, e il mitico 409 non passa certo inosservato. Passanti e automobilisti osservano e si stupiscono: vedere un mezzo di questo genere, restaurato alla perfezione e conservato con una cura a dir poco notevole, non capita certo tutti i giorni! Sta per calare la sera quando il giro giunge al termine, davanti alla stazione di Ovada; il 409 scarica i suoi passeggeri e riparte verso i capannoni dove è custodito ed accudito dai ragazzi dell’associazione Il Capolinea.
A loro va un particolare ringraziamento per l’importante attività che stanno svolgendo. E’ solo grazie alla loro buona volontà, ai loro sacrifici e alla loro passione se mezzi come questo si sono salvati dalla demolizione, e potranno ruggire ancora per molti anni regalando emozioni a vecchi e giovani appassionati.
Testo di Daniel Casté
Fotografie di Lorenzo Poggi
per info sul Parco Capanne di Marcarolo
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Le ripide salite e le curve e controcurve non fanno paura al mitico autobus che, grazie anche alle dimensioni piuttosto contenute, poco più di 8 metri di lunghezza, e alla perizia di Danilo, il conducente, transita agevolmente in tratti di strada davvero stretti. Giunti nel cuore del Parco, si effettua la sosta per il pranzo, e lo storico mezzo può concedersi un po’ di meritato riposo. Costruito nel 1973 e impiegato per lungo tempo per le strade di Siena, questo 409/A è dotato di carrozzeria Menarini Monocar 1221, dalla linea semplice ma gradevole, che caratterizzava anche le vetture serie 4601-4667 dell’AMT di Genova. Uscito di fabbrica con la livrea arancio-crema, il mezzo è stato poi riverniciato in arancio ministeriale. Terminata la carriera presso la cittadina toscana, è stato acquistato dalla ditta Corsi e Pampanelli, che gestisce il servizio locale di alcune località del Lazio. Nel 2003 è infine giunto nelle mani degli appassionati de Il Capolinea, che lo hanno riportato allo splendore donandogli anche una elegante livrea biverde. Dotato di motore Fiat 8200.12, lo stesso del Fiat 418, si differenzia dagli esemplari genovesi per il cambio meccanico sincronizzato a 5 marce + retro e per il parabrezza “piatto”. Le mitiche “46”, difatti, montavano il cambio automatico ed il parabrezza era del tipo detto “a sperone”. A metà pomeriggio si riparte in direzione sud alla volta dei Piani di Praglia, altopiano situato al principio della valle dello Stura, in provincia di Genova. La nebbia non accenna a diradarsi, e la temperatura piuttosto bassa rende molto ambito dai passeggeri del 409 il posto caldo vicino alla marmitta, nell’ampia
piattaforma posteriore. Il particolare rombo della vettura ci riporta indietro nel tempo, quando i mezzi di questo tipo si arrampicavano sui tornanti di Oregina, salivano fino ai Camaldoli, raggiungevano le alture di Borgoratti. Sulla via del ritorno, viene effettuata una sosta presso
il Sacrario della Benedicta, situato nell’area in cui ebbe luogo, ad opera nelle forze nazifasciste, la terribile strage del 1944.
Si toccano nuovamente diverse località del basso Piemonte, tra cui Castelletto d’Orba, e il mitico 409 non passa certo inosservato. Passanti e automobilisti osservano e si stupiscono: vedere un mezzo di questo genere, restaurato alla perfezione e conservato con una cura a dir poco notevole, non capita certo tutti i giorni! Sta per calare la sera quando il giro giunge al termine, davanti alla stazione di Ovada; il 409 scarica i suoi passeggeri e riparte verso i capannoni dove è custodito ed accudito dai ragazzi dell’associazione Il Capolinea.
A loro va un particolare ringraziamento per l’importante attività che stanno svolgendo. E’ solo grazie alla loro buona volontà, ai loro sacrifici e alla loro passione se mezzi come questo si sono salvati dalla demolizione, e potranno ruggire ancora per molti anni regalando emozioni a vecchi e giovani appassionati.
Testo di Daniel Casté
Fotografie di Lorenzo Poggi
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