La crisi globale che sta attanagliando le gole di molti paesi del PrimoMondo porta a varie scelte nazionali profondamente diverse da stato a stato. Se negli USA si promettono aiuti svelti a famiglie e imprese, nel nostro Stivale si promettono le stesse cose di 5, 10, 20, 50 anni fa: le GRANDI OPERE. Questo nome, già di per sé fastidioso all'udito, ha un referente assoluto, il CIPE (che esteso significa Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), il quale decide quali di queste maestose opere vadano o meno realizzate. Insomma legge i progetti ed eventualmente "scuce la grana".
Succede a volte che però questa grana abbia un duplice significato. Se in italiano popolare il termine grana può essere sinonimo di vile denaro, dobbiamo ricordare un altro significato, particolarmente calzante in questo caso, quello di seccatura, fastidio. Dal calderone appena approvato dallo stesso comitato sono infatti saltati fuori in particolare tre progetti mica male:
- il Ponte sullo stretto di Messina (incredibile ma vero, ancora lui)
- il Mose nella laguna veneta
- la metropolitana di Cagliari
Ometto il primo caso perchè non sta veramente in piedi, né la scelta né tanto meno il ponte stesso. Basti pensare che il risparmio di tempo che questo colosso dovrebbe portare si dovrà scontrare con questa triste realtà: da Messina centrale a Palermo, in treno, occorrono mediamente 3 ore e mezza di viaggio, le quali diventano quasi 6 per raggiungere invece Trapani e "misere" 4 per raggiungere Caltanissetta. Le distanze non sono poi così proibitive, tra Messina e Palermo circa duecento chilometri, poco più di trecento fino a Trapani e ancora duecento dallo stretto a Caltanissetta.
Discorso Mose: il MO.S.E. (acronimo di MOdulo Sperimentale Elettromeccanico) è un sistema integrato di opere di difesa costituito da schiere di paratoie mobili a scomparsa in grado di isolare la laguna Veneta dal Mare Adriatico durante gli eventi di alta marea superiori ad una quota concordata (110 cm) e fino ad un massimo di 3 metri. Questo in previsione soprattutto del rischio d'innalzamento del livello marino globale. Senza scendere in dettagli tecnici non competenti in questa sede basti pensare all'enorme spesa che potrebbe richiedere l'installazione di un sistema del genere sul fondale marino, la necessità di preparare l'ambiente marino stesso ad ospitare un simile lavoro, e poi l'enorme lavoro (e spesa) di manutenzione che potrà richidere l'insieme di parti meccaniche costantemente sollecitate dai marosi e dall'effetto dovuto al salino.
In più questo sistema non garantisce nulla in quanto basato su dati aleatori: se il livello marino dovesse superare il limite del Mose posto a 3 metri? Le paratoie sarebbero scavalcate dal mare e addio lavoro di difesa. E che dire dell'impatto ambientale? Non per niente diverse associazioni di cittadini ed enti locali si sono uniti in campagne come il "noMose" per evitare questo nuovo super intervento in un ambiente più che fragile come una laguna. Le soluzioni possono essere anche altre (esempio stringere le bocche di porto d'ingresso alla Laguna), bisogna avere la volontà ci cercarle.
E infine il colossale, mastodontico, talmente grosso raggiro da far quasi sorridere: la metropolitana di Cagliari. Il capoluogo sardo vanta attualmente 160 mila abitanti (circa) a cui possiamo aggiungere gli altri otto comuni contigui che formano l'agglomerato urbano: Assemini, Capoterra, Elmas, Monserrato, Quartucciu, Quartu Sant'Elena (il più grande, di circa 70mila abitanti), Selargius e Sestu. Il tutto raggiunge a malapena i 370 mila abitanti.
Bene, si sta per realizzare una metropolitana sotterranea di ben 17,5 km per 23 stazioni, città ben più grandi come Torino, Napoli e Genova dispongono di molti meno km e stazioni in servizio. Fin'ora si trattava solo di un progetto sulla carta ma con il recente "pacchetto" del Cipe sono arrivati i primi 60 milioni dei 472 milioni di euro stimati per l'intera opera. I vertici comunali e dell'Azienda di Trasporto CTM affermano, molto ottimisticamente che tra cinque anni i lavori saranno completati, 3 anni per lo scavo delle gallerie e 2 per i lavori di rifinitura a gallerie e stazioni. Il motivo ufficiale per cui si è scelto un sistema sotterraneo in luogo alla progetto metrotranviario già in parte in atto è per liberare le strade in superficie e garantire una maggior affidabilità del servizio. Qualsiasi esperto sa che la tendenza europea per le medie e piccole città è proprio al contrario di quanto affermato a Cagliari: sottrarre spazio al trasporto privato a favore di quello pubblico, decongestionando le vie cittadine anche attraverso opere di riqualificazione urbanistica delle zone attraversate da tranvie o metrotranvie.
Nel recente album di Caparezza una sua traccia viene proprio chiamata "Grande Opera", la quale sbeffeggia la natura propagandistica di questo termine ipotizzando la costruzione dello spazio porto pugliese: una ex hippie tutto gioiosa annuncia gli inizi del lavori, lui sconcertato chiede:
"cosa diamine è... uno spazio porto?" e lei, con file di imbarazzo "uno spazio porto è... una grande opera".
Succede a volte che però questa grana abbia un duplice significato. Se in italiano popolare il termine grana può essere sinonimo di vile denaro, dobbiamo ricordare un altro significato, particolarmente calzante in questo caso, quello di seccatura, fastidio. Dal calderone appena approvato dallo stesso comitato sono infatti saltati fuori in particolare tre progetti mica male:
- il Ponte sullo stretto di Messina (incredibile ma vero, ancora lui)
- il Mose nella laguna veneta
- la metropolitana di Cagliari
Ometto il primo caso perchè non sta veramente in piedi, né la scelta né tanto meno il ponte stesso. Basti pensare che il risparmio di tempo che questo colosso dovrebbe portare si dovrà scontrare con questa triste realtà: da Messina centrale a Palermo, in treno, occorrono mediamente 3 ore e mezza di viaggio, le quali diventano quasi 6 per raggiungere invece Trapani e "misere" 4 per raggiungere Caltanissetta. Le distanze non sono poi così proibitive, tra Messina e Palermo circa duecento chilometri, poco più di trecento fino a Trapani e ancora duecento dallo stretto a Caltanissetta.
Discorso Mose: il MO.S.E. (acronimo di MOdulo Sperimentale Elettromeccanico) è un sistema integrato di opere di difesa costituito da schiere di paratoie mobili a scomparsa in grado di isolare la laguna Veneta dal Mare Adriatico durante gli eventi di alta marea superiori ad una quota concordata (110 cm) e fino ad un massimo di 3 metri. Questo in previsione soprattutto del rischio d'innalzamento del livello marino globale. Senza scendere in dettagli tecnici non competenti in questa sede basti pensare all'enorme spesa che potrebbe richiedere l'installazione di un sistema del genere sul fondale marino, la necessità di preparare l'ambiente marino stesso ad ospitare un simile lavoro, e poi l'enorme lavoro (e spesa) di manutenzione che potrà richidere l'insieme di parti meccaniche costantemente sollecitate dai marosi e dall'effetto dovuto al salino.
In più questo sistema non garantisce nulla in quanto basato su dati aleatori: se il livello marino dovesse superare il limite del Mose posto a 3 metri? Le paratoie sarebbero scavalcate dal mare e addio lavoro di difesa. E che dire dell'impatto ambientale? Non per niente diverse associazioni di cittadini ed enti locali si sono uniti in campagne come il "noMose" per evitare questo nuovo super intervento in un ambiente più che fragile come una laguna. Le soluzioni possono essere anche altre (esempio stringere le bocche di porto d'ingresso alla Laguna), bisogna avere la volontà ci cercarle.
E infine il colossale, mastodontico, talmente grosso raggiro da far quasi sorridere: la metropolitana di Cagliari. Il capoluogo sardo vanta attualmente 160 mila abitanti (circa) a cui possiamo aggiungere gli altri otto comuni contigui che formano l'agglomerato urbano: Assemini, Capoterra, Elmas, Monserrato, Quartucciu, Quartu Sant'Elena (il più grande, di circa 70mila abitanti), Selargius e Sestu. Il tutto raggiunge a malapena i 370 mila abitanti.
Bene, si sta per realizzare una metropolitana sotterranea di ben 17,5 km per 23 stazioni, città ben più grandi come Torino, Napoli e Genova dispongono di molti meno km e stazioni in servizio. Fin'ora si trattava solo di un progetto sulla carta ma con il recente "pacchetto" del Cipe sono arrivati i primi 60 milioni dei 472 milioni di euro stimati per l'intera opera. I vertici comunali e dell'Azienda di Trasporto CTM affermano, molto ottimisticamente che tra cinque anni i lavori saranno completati, 3 anni per lo scavo delle gallerie e 2 per i lavori di rifinitura a gallerie e stazioni. Il motivo ufficiale per cui si è scelto un sistema sotterraneo in luogo alla progetto metrotranviario già in parte in atto è per liberare le strade in superficie e garantire una maggior affidabilità del servizio. Qualsiasi esperto sa che la tendenza europea per le medie e piccole città è proprio al contrario di quanto affermato a Cagliari: sottrarre spazio al trasporto privato a favore di quello pubblico, decongestionando le vie cittadine anche attraverso opere di riqualificazione urbanistica delle zone attraversate da tranvie o metrotranvie.
Nel recente album di Caparezza una sua traccia viene proprio chiamata "Grande Opera", la quale sbeffeggia la natura propagandistica di questo termine ipotizzando la costruzione dello spazio porto pugliese: una ex hippie tutto gioiosa annuncia gli inizi del lavori, lui sconcertato chiede:
"cosa diamine è... uno spazio porto?" e lei, con file di imbarazzo "uno spazio porto è... una grande opera".
Una grande opera di importanza storica che questa nazione salverà. E per la grande opera tutti i sudditi in città grideranno viva Sua Maestà. Una grande opera, macchina economica che i massoni rifocillerà. È la grande opera, stupido chi sciopera, quante bastonate prenderà. Grandi opere che iniziano ma che non finiranno mai.
«O-pe-ra! O-pe-ra! O-pe-ra! O-pe-ra!»
«O-pe-ra! O-pe-ra! O-pe-ra! O-pe-ra!»
Caparezza (Michele Salvemini), traccia n. 6, album Le dimensioni del mio caos.
Diritti EMI Music 2008
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6 commenti:
Complimenti agli amministratori di cagliari: è così che si pensa in grande, idem Brescia e altri...solo a Genova siamo ridicoli.
Caro Alex devo dissentire. Così non si pensa in grande, si sperpera denaro pubblico che potrebbe essere utilizzato in altro modo.
In quale altra città del mondo con meno di duecento mila abitanti possiamo trovare una linea sotterranea del genere? Nessuna...
e sicuramente non possiamo affermare che in Europa, o negli USA non sappiano pensare in grande.
La lungimiranza è conto ma qui si parla di altro, credimi.
Ognuno ha le sue idee Davide, io rispetto le tue ma...se devo scegliere tra il niente ed una meto sovradimensionata, io scelgo la metro sovradimensionata...
Cagliari ha una rete di ferrovie locali, un metrotramvia e una rete di filobus. Mi sembra che la lista tutto dica tranne che in città non ci sia "niente"
A quando un ponte a campata unica che colleghi la Sardegna alla penisola? Forse dopo le prossime elezioni se il popolo sardo voterà nuovamente in massa San Silvio da Arcore, patrono delle grandi opere.
Caro Giambo, mi trovi assolutamente d'accordo
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