Paese strano l'Italia, mentre in tutto il globo si dibattono avvincenti scenari per salvare il pianeta da tutta una serie di calamità causate dall'uomo, noi riusciamo a filtrare, tra milioni di inziative, la più ininfluente e spocchiosa. Infatti tempo fa su alcuni mezzi pubblici di Londra e di altre città europee era apparse pubblicità di associazioni atee che "predicavano" l'inesistenza o comunque l'inutilità del concetto di "dio", minuscolo ovvero dio come divinità e non come nome proprio dell'altissimo.
Se i miei ricordi di catechismo non sono affievoliti sono tre le scuole monoteiste: il cristianesimo, l'ebraismo e l'islamismo. Tutte e tre credono in un unico dio che, pur cambiandogli il nome per fini a me sconosciuti, resta la stessa entità intorno alla quale ruotano tutta una serie di altre figure sacre che differenziano le varie confessioni. Questa pubblicità, in partenza dai primi di febbraio su 2 mezzi AMT (2 sulla vastità di mezzi...), avrà all'incirca questo slogan: "la cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno" il tutto contornato da cielo azzurro e nuvolette bianche e soffici. Le reazioni non sono ovviamente già mancate, soprattutto in una città che si è già detta pronta a "prostituirsi" in occasione del prossimo Gay Pride 2009, e le risposte sono le più stravaganti e come al solito, imbecilli. Che i pezzi grossi di AMT siano diventati all'improvviso dei senzadio mangiapreti? Assolutamente no, semplicemente l'azienda che controlla la pubblicità per conto di AMT avrà fiutato l'affare: tanti soldi e tanta risonanza. Il discorso finisce qua. Qualcuno grida alla par condicio: se gli atei fanno così perchè i credenti non fanno cosà?
Ma come sempre le pubblicità lasciano il tempo che trovano, chi crede e ha una fede convinta non si farà minimamente influenzare, chi già non sente il bisogno di un concetto divino al massimo sorriderà davanti ad una simile iniziativa.
Quello che vorrei capire è questo: come mai davanti a tagli al servizio, alla qualità, al tenore di vita, cose che toccano tutti nessuno alza gli scudi, mentre per avere sfiorato concetti alti e distanti come il divino, l'Oltre, sono tutti pronti a indossare armature e spadoni?
Se i miei ricordi di catechismo non sono affievoliti sono tre le scuole monoteiste: il cristianesimo, l'ebraismo e l'islamismo. Tutte e tre credono in un unico dio che, pur cambiandogli il nome per fini a me sconosciuti, resta la stessa entità intorno alla quale ruotano tutta una serie di altre figure sacre che differenziano le varie confessioni. Questa pubblicità, in partenza dai primi di febbraio su 2 mezzi AMT (2 sulla vastità di mezzi...), avrà all'incirca questo slogan: "la cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno" il tutto contornato da cielo azzurro e nuvolette bianche e soffici. Le reazioni non sono ovviamente già mancate, soprattutto in una città che si è già detta pronta a "prostituirsi" in occasione del prossimo Gay Pride 2009, e le risposte sono le più stravaganti e come al solito, imbecilli. Che i pezzi grossi di AMT siano diventati all'improvviso dei senzadio mangiapreti? Assolutamente no, semplicemente l'azienda che controlla la pubblicità per conto di AMT avrà fiutato l'affare: tanti soldi e tanta risonanza. Il discorso finisce qua. Qualcuno grida alla par condicio: se gli atei fanno così perchè i credenti non fanno cosà?
Ma come sempre le pubblicità lasciano il tempo che trovano, chi crede e ha una fede convinta non si farà minimamente influenzare, chi già non sente il bisogno di un concetto divino al massimo sorriderà davanti ad una simile iniziativa.
Quello che vorrei capire è questo: come mai davanti a tagli al servizio, alla qualità, al tenore di vita, cose che toccano tutti nessuno alza gli scudi, mentre per avere sfiorato concetti alti e distanti come il divino, l'Oltre, sono tutti pronti a indossare armature e spadoni?
Lordtiranus
3 commenti:
Personalmente questa pubblicità mi pare di cattivo gusto, non tanto per il messaggio che da, quanto invece perchè si tratta chiaramente di una provocazione che vuole trovare una scorciatoia per attaccare la chiesa. Non a caso si è scelta Genova, sia perchè c'è Bagnasco, sia perchè ci sarà quella baracconata del Gay pride. E tutto ciò lo scrivo io che sono piuttosto anti-chiesa cattolica.
Ovviamente non va demonizzata, c'è spazio per tutti, quindi non sarà certo una messaggio come questo a poter influenzare le convinzioni di ognuno. Comunque un'occasione per Genova di dimostrare la propria identità laica, il che non guasta di certo.
Abbi pazienza ma non ho capito molto bene il tuo commento: prima dici che la pubblicità è di cattivo gusto, poi definisci una "baracconata" un evento come il Gay Pride, che nonostante l'uso di colori e quant'altro ha sempre il pregio di chiedere diritti per persone uguali a tutte le altre, e poi nella seconda versione dici che la pubblicità non va demonizzata, anzi dimostra che genova è laica?
Un caso di Dr.Jakill e Mr.Heid?
Io non ho nessuna preclusione al mondo gay, non a caso ho diversi amici omosessuali a cui tengo veramente molto. Ritengo il Gay Pride una baracconata perchè non credo ci sia bisogno di sfilare in corteo con il culo di fuori per rivendicare i propri diritti. Anzi fare così è il modo di autoghettizzarsi e di ottenere l'effetto contrario...
Posta un commento