In una regione come la nostra, dove tutti gridano alla disperazione per un turismo che non convince più, che non sa più entusiasmare ecco quale risposta viene data a dei ragazzi rei di non aver speso centinaia di euro per una stanza, o venti trenta euro per un lettino e un ombrellone.
Ormai conta avere coste devastate, alberghi di cemento in angoli remoti, trasformare piccoli borghi di mare in succursali di grandi città, e il mare, il centro per cui un turista sceglie una località si fa piccolo, lontano dagli interessi degli squali del mattone, quelli per i quali una Varazze, una Celle non è occasione di rilancio ambientale ma solo una mela da rosicchiare fino al torsolo, per poi gettarla via e ricominciare da altre parti. Magari beneficiando di titoli di "grande urbanista" e "grande architetto". Chi vuole un turismo pulito e responsabile è un cancro da estirpare perchè non si piega ai progetti dei comuni-sciacalli, che sempre più dialogano tra loro e sempre meno capiscono la gente, limitandosi a trattarci come sudditi, o stupidi.
CAMPEGGIAMO DOVE CI PARE!
Lordtiranus
2 commenti:
Tutto comprensibile.
Tuttavia i regolamenti comunali e delle capitanerie di porto vietano espressamente di campeggiare in spiaggia. Può sembrare una norma per far fare più soldi agli operatori turistici, ma nasce con l'idea che un bagnante non gradirebbe arrivare in spiaggia e trovarsi un potenziale accampamento nomade...
Un bagnino
Caro bagnino, sarà anche così ma non vedo francamente il motivo di aggiungere una multa a chi, nomade, non lo è affatto, non crede che un semplice "allontanamento verbale" fosse al massimo sufficiente?
E poi se sulle chilometriche spiagge della Versilia (dove libere dalla servitù dei bagni privati) non credo che un puntinismo di tende farebbe tanto scandalo. Ma in Italia si sa che spesso la legge favorisce gli interessi, e poi, forse, i cittadini.
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